HCV: c’è una relazione con le malattie metaboliche e cardiovascolari?

Iperglicemia e diabete, aterosclerosi e altri disturbi cardiovascolari sono patologie così comuni che si fa fatica ad associarle a una malattia come l’epatite C, ricollegata ancora fin troppo spesso a comportamenti e stili di vita considerati a rischio.

Eppure, secondo gli epatologi, tutti i pazienti che soffrono di disturbi del metabolismo e dell’apparato cardio-circolatorio (e non solo) dovrebbero fare il test per identificare una possibile infezione da HCV, soprattutto se hanno più di 50 anni.

Il motivo? Diversi studi stanno dimostrando che c’è un collegamento tra l’infezione da HCV e squilibri nel metabolismo di zuccheri e lipidi. Un fatto che, considerati anche i troppi casi di epatite C ancora non diagnosticati nel nostro Paese, dovrebbe far scattare controlli più scrupolosi.

I dati ricavati da studi epidemiologici mostrano che l’incidenza di disturbi come l’insulino resistenza e il diabete siano più frequenti nelle persone che hanno contratto l’epatite C. In particolare i pazienti HCV positivi avrebbero un rischio doppio di sviluppare insulino- resistenza e diabete mellito di tipo 2 rispetto alla popolazione generale[1].

In modo simile, le persone con epatite C sembrano essere più a rischio di sviluppare malattie come aterosclerosi, patologia coronarica, arteriopatia periferica ed eventi cerebrovascolari, come gli ictus[2].

Correlazione tra HCV e malattie metaboliche e cardiovascolari

Gli scienziati stanno ancora studiando questi collegamenti, ma appare sempre più evidente che ci sia un legame a doppio senso: da una parte l’epatite può peggiorare i problemi al metabolismo degli zuccheri e dei grassi (talvolta anticipandone di anni la comparsa[3]), dall’altra le alterazioni del metabolismo possono accelerare la progressione dell’epatite, trasformandola precocemente in cirrosi e tumore del fegato[4].

La scoperta della comorbidità (ovvero quando più condizioni patologiche si manifestano contemporaneamente) può rappresentare un punto di svolta nella storia clinica del paziente. Innanzitutto, grazie alle nuove terapie, l’infezione da HCV può essere sconfitta nella stragrande maggioranza dei casi[5] prevenendo o interrompendo l’evoluzione della malattia verso le patologie più gravi. In secondo luogo, l’eliminazione del virus in alcuni casi porta a un miglioramento dell’equilibrio glicemico[6] e lipidico: pazienti con diabete che prima della terapia contro l’epatite si curavano con l’insulina, per esempio, possono passare a farmaci che abbassano la glicemia per via orale o addirittura a controllare il metabolismo solo attraverso la dieta; mentre in pazienti con patologie cardiovascolari è stato notato un miglioramento complessivo del quadro clinico, in particolare con la riduzione dell’ispessimento della carotide[7].

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[1] White DL, Ratziu V, El-Serag HB. Hepatitis C infection and risk of diabetes: a systematic review and meta-analysis. J Hepatol.2008;49(5):831–44.

[2] Petta S, Maida M, Macaluso FS, et al. Hepatitis C Virus Infection Is Associated With Increased Cardiovascular Mortality: A Meta-Analysis of Observational Studies. Gastroenterology 2016;150(1):145-155.e4

[3] Mehta SH, Brancati FL, Sulkowski MS, et al. Prevalence of type 2 diabetes mellitus among persons with hepatitis C virus infection in the United States. Ann Intern Med 2000;133(8):592-9

[4] Kanwal F, Kramer JR, Ilyas J, et al. HCV genotype 3 is associated with an increased risk of cirrhosis and hepatocellular cancer in a national sample of U.S. Veterans with HCV. Hepatology 2014;60(1):98-105

[5] O. Hepatitis C, https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/hepatitis-c

[6] Nevola R, Rinaldi L, Zeni L et al. Metabolic and renal changes in patients with chronic hepatitis C infection after hepatitis C virus clearance by direct-acting antivirals. JGH Open 2020, Mar 20;4(4):713-721

[7] Petta et al. Hepatitis C virus eradication by direct-acting antiviral agents improves carotid atherosclerosis in patients with severe liver fibrosis. J Hepatol. 2018 Jul;69(1):18-24