Rischi per i pazienti con malattie del fegato in caso di infezione da Sars-Cov-2

Il virus Sars-Cov-2, probabilmente, diventerà una presenza costante con cui convivere nel prossimo futuro. Grazie ai vaccini, all’affinamento dei protocolli terapeutici e ai trattamenti disponibili sarà sempre più possibile proteggersi dal Covid-19 e prevenirne le conseguenze gravi in particolare negli over-50 e nelle categorie a rischio. Tra queste ci sono anche le persone che soffrono di malattie del fegato, come l’epatite C e B, cirrosi e epatocarcinoma – condizioni che spesso si accompagnano ad altri disturbi, tra cui diabete e ipertensione, annoverati tra i fattori di rischio per Covid-19. [1]

In realtà non si hanno moltissime informazioni sulle condizioni epatiche preesistenti in pazienti con Covid-193 e nel corso delle diverse ondate pandemiche le conclusioni degli studi sono apparse talvolta non del tutto coerenti tra loro. Oggi, però, si ritiene che le persone con una malattia del fegato abbiano un maggiore rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19 quando la patologia non è ben controllata. La cirrosi e la sua entità, in particolare, sono fattori predittivi del rischio: più lo stadio è avanzato maggiori sono le probabilità che l’infezione di Sars-Cov-2 abbia esiti peggiori. [2] [3] [4]

Epatite C e Covid-19

Stando a quanto riferito dai Centers for disease control and prevention (Cdc) statunitensi [1], le persone con epatite C sono una categoria a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19 in caso di infezione. Le probabilità aumentano con l’età del paziente (in Italia la maggior parte dei casi di epatite C rientra proprio nella fascia d’età oltre i 50 anni) e con il grado di compromissione del tessuto epatico (fibrosi e cirrosi), che espone a maggiori complicazioni. Tuttavia, la mortalità per Covid-19 delle persone con epatite C non è aumentata. [4]

Non solo epatite C

Gli studi indicano anche che i pazienti affetti da altre condizioni epatiche (per esempio steatosi epatica non alcolica e malattia epatica alcolica) rappresentano una categoria a rischio per Covid-19 grave, pur in assenza di cirrosi. [5]

L’epatocarcinoma (una forma tumorale spesso associata a malattie croniche del fegato) espone in modo particolare al rischio di forme gravi di Covid-19. Per via dei trattamenti chemioterapici il sistema immunitario dei pazienti è indebolito e l’organismo è più propenso a contrarre infezioni. Inoltre la compromissione del fegato può dar luogo a complicazioni: per questo motivo il tasso di mortalità per Covid-19 in questi pazienti è più elevato rispetto al resto della popolazione. [3]

Sars-Cov-2 colpisce il fegato?

Nelle diverse indagini effettuate finora, fino a oltre la metà dei pazienti che hanno contratto Covid-19 ha avuto delle alterazioni dei valori epatici – sintomo di una sofferenza dell’organo. [3]
Uno studio del 2021, inoltre, ha messo in evidenza che nelle persone con cirrosi epatica l’infezione di Sars-Cov-2 contribuisce al deterioramento del tessuto epatico. [4]

Non è chiaro però come l’infezione da Sars-Cov-2 gravi sul fegato. C’è la possibilità di un danno diretto, ma non è l’ipotesi più accreditata in questo momento. Gli esperti, invece, ritengono più probabile che il danno sia causato o dai violenti processi infiammatori scatenati dall’infezione di Sars-Cov-2 (tempesta di citochine) o dai trattamenti farmacologici impiegati per cercare di contenere le manifestazioni della malattia. [3]

Le raccomandazioni degli epatologi

Alla luce di quanto si sa finora, dunque, le persone con condizioni epatiche pregresse devono fare un po’ più di attenzione per evitare di esporsi al Sars-Cov-2, continuando a seguire le corrette norme igieniche e le azioni di contenimento del rischio (uso delle mascherine e distanziamento sociale, soprattutto al chiuso). Gli esperti, inoltre, raccomandano alle persone a rischio di vaccinarsi contro il virus e di non interrompere i trattamenti farmacologici per le proprie condizioni, rimanendo in contatto con i propri medici. [1] [3] [5]

Materiale di carattere informativo non riferibile a contenuti di prodotto e non finalizzato alla promozione del farmaco

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[1] CDC, Liver Disease and COVID-19 [https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/need-extra-precautions/liver-disease.html]

[2] Ronderos D, Omar AMS, Abbas H, Makker J, Baiomi A, Sun H, Mantri N, Choi Y, Fortuzi K, Shin D, Patel H, Chilimuri S. Chronic hepatitis-C infection in COVID-19 patients is associated with in-hospital mortality. World J Clin Cases. 2021 Oct 16;9(29):8749-8762.

[3] Sharma P, Kumar A, Anikhindi S, et al. Effect of COVID-19 on Pre-existing Liver disease: What Hepatologist Should Know?. J Clin Exp Hepatol. 2021;11(4):484-493.

[4] Butt AA, Yan P, Chotani RA, Shaikh OS. Mortality is not increased in SARS-CoV-2 infected persons with hepatitis C virus infection. Liver Int. 2021;41(8):1824-1831.

[5] AISF, Vaccinazione per Sars-Cov-2 nei pazienti affetti da malattie epatiche: evidenze disponibili e raccomandazioni pratiche [https://www.webaisf.org/wp-content/uploads/2021/02/Vaccino_e_Fegato_AISF_01.02.2021.pdf]