Epatite C, i fattori di rischio oggi

Secondo l’ultimo rapporto Seieva, anche se i fattori di rischio principali per l’epatite C sono le infezioni ospedaliere e l’assunzione di droghe, oggi ci sono anche altri modi comuni con cui può avvenire il contagio.

Pur rimanendo un problema di salute pubblica, i casi di epatite C in Italia stanno diminuendo, anche grazie all’impiego di terapie che, in poco tempo e senza particolari effetti collaterali, portano a guarigione nel 95% dei casi[1]. Nonostante confermi il trend in calo, il Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali acute – Seieva, coordinato dall’Istituto superiore di sanità, nel 2021 ha registrato ancora nuove infezioni da HCV, il virus responsabile dell’epatite C, in fase acuta (24, per la precisione) [2].

Fattori di trasmissione dell’epatite C riconosciuti

Storicamente le principali vie di trasmissione dell’HCV sono state le trasfusioni di sangue infetto o interventi ospedalieri con strumenti non monouso e non adeguatamente sterilizzati effettuati prima degli anni Novanta, quando il virus non era stato ancora scoperto; oltre a questi, uno dei principali fattori di rischio è sempre stato l’uso di droghe iniettive. Oggi, però, esistono protocolli di sicurezza molto elevati che comprendono lo screening dei donatori di sangue e il controllo di sangue ed emoderivati, pertanto il rischio di contrarre l’epatite C con questa modalità è ridotto al minimo. E anche la strumentazione medica è in genere monouso. L’uso di droghe e la condivisione di strumenti per la loro preparazione e somministrazione rimangono, invece, un rischio concreto, anche per chi ne abbia fatto o ne faccia ricorso solo occasionale[2].

“Nuovi” fattori di rischio per il virus HCV

Negli ultimi venti anni l’esposizione nosocomiale è rimasta il principale fattore di rischio, ma parallelamente nel tempo si è affermato come via di contagio molto rilevante il ricorso ai trattamenti di bellezza, come manicure e pedicure, tatuaggi e piercing con strumentazioni non monouso o non sterilizzati in modo appropriato. Nel 2021, questi casi sono risultati in netto calo (dal 42,1% nel 2020 al 13,6% nel 2021), mentre è aumentata la percentuale di casi per esposizione sessuale con partner multipli o con mancato uso del preservativo in rapporti sessuali occasionali (dal 5,6% del 2020 al 19% del 2021). Le ragioni di questo incremento non possono essere stabilite in modo definitivo per via del basso numero di nuove infezioni, ma gli esperti dell’Istituto superiore di sanità ipotizzano che possa essere dovuto alla sospensione delle misure di contenimento introdotte con la pandemia [2].

Per quanto riguarda la trasmissione intrafamiliare, invece, il bollettino Seieva segnala che per la prima volta in 30 anni non si sono registrati casi in soggetti conviventi con pazienti positivi all’HCV [2].

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[1] WHO, Hepatitis C [https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/hepatitis-c]

[2] ISS, Bollettino Seieva. Epidemiologia delle epatiti virali acute in Italia – Aggiornamento 2021. Marzo 2022